La zuppa di cozze napoletana non è un semplice piatto di mare, ma un
rito, nonchè vera e propria istituzione. Il giovedì santo è tradizione
mangiare la zuppa di cozze fatta in casa o al ristorante (il più famoso a
Napoli è senza ombra di dubbio A figlia do marenaro).
La ricetta
tradizionale oltre alle cozze, prevede il polipo e, a picere, vongole,
lupini, gamberi e scampi. Il tutto è servito su una fresella, che
assorbe tutto il brodo, e una volta portata a tavola, bisogna irrorarla
con un olio piccantissimo detto ‘o russo (“il rosso”). Ci andrebbero
anche le lumache di terra, ma questa tradizione si è andata un po’
perdendo, per l’accostamento che si fa delle lumache ai cimiteri. Nel
periodo di Pasqua i pescivendoli vendono tutto l’occorrente per
preparare la zuppa di cozze in casa, ovvero la materia prima da cuocere,
le freselle e ‘o russo.
Il rituale prevede che i frutti di mare
vengano messi non del tutto cotti sulla fresella per poi essere irrorati
a ripetizione con il brodo di polpo, tenendo il piatto un po’ inclinato
per far scorrere il brodo in eccesso. Vi confesso che questo passaggio
l’ho saltato, innanzi tutto per evitare di allagare la cucina, e poi per
essere certa che le cozze fossero del tutto cotte.
Vi auguro una buona giornata golosauri, e ringrazio Gaetano per la consulenza telefonica prima di mettermi all’opera! 😀
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